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mercoledì 11 gennaio 2012

Monovocalizzando

I Prími [Vínti]

Dímmi Lílith di Ríti Sibillíni
in Síti di Sílfidi mi díssi incísi,
di Pítti gl'ínni d'infiníti crímini
ínsiti in trísti inchíni inflítti.

"Istínti indicíbili d'indistínti vísi,
discínti míti di Fínnici míliti,
víllici invincíbili, inclíni, istintívi.

Vídi d'invisíbili fíli i límiti,
gl'íspidi Glícini d'idílli intrísi.

Vídi, in írti Lídi Líbici
prívi d'ídrici lívidi,
insípidi Mírti íbridi, lísi.

L'íntimi nídi d'inscindíbili sigílli
d'irrigidíti crítici di vízi prívi.
Vívidi i trílli di líti  d'ístrici
índici d'inimprimíbili brívidi sísmici".

giovedì 10 marzo 2011

Freddi Pensieri

Il freddo che percepisco si diffonde cauto, sottile come uno stiletto di ghiaccio penetra nella carne, affonda nell'anima.
Una morsa attanaglia il cuore impedendogli di battere ed il sangue smette di affluire al cervello.
Perché ti ostini a starmi accanto? Per quale motivo? Sei consapevole che il tuo tempo è ormai trascorso.
Hai deciso tu che lo fosse ed io non ho fatto altro che annuire e dartene atto.
Lascia che la freschezza del mare possa nuovamente risvegliarmi, inebriandomi con la salsedine dei suoi flutti.
Non voglio vederti in lontananza come una barca ormeggiata al largo di acque scure.
Sebbene sappia nuotare, per raggiungerti affogherei… ma tu ne sei consapevole e so che non sei che un fantasma nei miei pensieri.
Nonostante stessi affogando, non hai cercato di soccorrermi e, come un miraggio, ti sei allontanato sempre di più ad ogni mia bracciata.
Ogni mio passo nella tua direzione è stato inutile... ed ora voglio intraprendere il mio cammino, nonostante sia impervio.
Non voglio che la paura continui ad accompagnare le mie tetre giornate.
Il mare, azzurro e caldo mi attende, anche se solo per poco, inondandomi di sole...

...anche se so che non sarà mai del tutto mio.

L'Essenza del Ricordo

E poi rivedo il suo volto, il tuo volto.

Non credevo fosse possibile annegare nell'oblio...nuovamente sommersa dal frastuono dei sentimenti.

Non è stata una mia scelta, ma una tua imposizione ed ora non sono più tua...non sono più e basta.

Tutto ciò che è stato sembra svanire nel nulla, perché ormai le nostre strade si sono divise ed ognuno ha intrapreso un cammino obliquo.

In cuor mio spero sempre che i nostri percorsi possano esser perpendicolari... ancora.

Ma so che ciò non ci farebbe bene, non sarebbe giusto, sebbene, chi può dire ciò che realmente lo sia?
Non io. Non di certo io.

Sono fuggita senza muovermi, inseguendo una chimera, un aquilone nel limpido cielo estivo...
Ricordi? Non hai mai fatto volare un aquilone, anche se avresti voluto vederlo galleggiare nell'aria.

Il tempo è trascorso, è mutato ed ora, nel mio profondo oblio, anelo solo la morte.

Il baratro innanzi a me è così profondo, così allettante e la tentazione di gettarmi a capofitto in esso è forte, pur sapendo che le mie ali, ormai atrofizzate, non si apriranno, impedendomi di librarmi in volo, facendomi sfracellare a terra.. nuovamente.

E così tentenno al dolce sussurro del mare, azzurro ed intenso, giovane e saggio, un mare in tempesta, dolcemente insistente.

Il mio capo annuisce, le mie labbra sorridono, ma la mia anima è ancora dispersa nelle profonde tenebre dell'amor perduto.

Ciò che è stato non sarà più ed io con esso.

Davvero Esisti?

Davvero esisti?

Il vuoto che circonda la mia mente attanaglia l'anima, come una fredda morsa.

Un Athamé d'argento che si conficca nel petto, per strapparmi il cuore.

Perché rivangare storie passate di vite nemmeno vissute?

Non è salubre e non ne traggo giovamento.

Ma rileggere ciò che con me non è stato è doloroso.

Perché ostinarsi a farlo?

Forse per poter conoscere meglio chi, con tanta insistenza dice di volermi stare accanto,

per capire sin dal principio quale potrà essere la fine.

...ed i ricordi si ripropongono, come un pasto maldigerito...

Un turbinio di cupi pensieri offusca la mente ormai prostrata dalla profonda stanchezza ma continuo imperterrita a vagare in questa notte torbida e scura, che nemmeno la luna vorrebbe rischiarare.
Vago ed annaspo nella gelida nebbia, cercando il tuo volto.
Ma il mio affanno è inutile, vacuo, perché tu non sei qui. Scorgo la tua ombra, distante e disinteressata al mio dolore, una disperazione da cui ti sei allontanato ormai da tempo.
Vorrei non pensarci.
Vorrei non pensarti.
Vorrei non pensare.
Gli occhi ormai vacillano e non vedono che ricordi sfocati.
Nulla di questo presente profumato d'azzurro e di sole sembra riuscire a darmi la forza necessaria per superare il passato.
Era un'altra vita, tinta d'arancio e di verde... Ed ora assaporo il mio caotico inferno, tetro e dissennante, un pericoloso vortice d'oscura entropia dove perdersi ed annaspare, affogando lentamente in torbide acque stagnanti.
E nelle carezze di altri, cerco il modo per tornare indietro.

domenica 4 luglio 2010

Surreal Nocturna


Ella, brulicànte d'idèe
bràma l'ebrèzza mattutìna;
bòntola e businàcca nell'àfa.

Pitònsoli nell'àere si dispèrtano
frìssano e vilùppano afèmi comprèdi;
soffòndano l'òrna dispùnta e disanòma
còdano e milòngano ferìlati di filigàrde
modànti e trivilùtte.

O! Comài potiàte dùsser sì vèllo
se trivilùtte ancor non siànti vàllo?
A color che il bòmo non vi sia di gèllo
Che non postàti tràgghe olòr di nèllo!